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Opinioni metodo OCME

Opinioni metodo OCME | NIcoletta Todesco
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In questo articolo, seconda parte di un ampio nostro scritto, vi forniremo le principali opinioni metodo OCME e vi spiegheremo pro e contro di questa tipologia di struttura d’apprendimento. Analizzeremo assieme perché questa tipologia di metodo possa essere di aiuto proprio per gli studenti universitari e non si adatti perfettamente allo studio per la scuola media e superiore.

Perché è considerato il metodo perfetto per gli universitari?

Il metodo OCME è definito il metodo degli universitari perché cucito su misura per loro. L’organizzazione e la struttura si articolano a partire da come avviene l’esame, dalle domande poste dal professore e dagli argomenti più importanti. La preparazione avviene in funzione di quella specifica prestazione. Anche il modo di organizzare il tempo è pensato allo stile di vita di un universitario. 

Infatti, preparare un esame in sette giorni come sostengono gli ideatori del metodo implica dedicare 7 intere giornate a fare solo quello, e sarebbe alquanto irrealistico per coloro che già lavorano o hanno anche una famiglia a carico. Per uno studente universitario, al contrario, è un’organizzazione ottimale, perché si riesce a scandire bene il tempo in due momenti: seguire le lezioni e il tempo della sessione.

Troppo spesso, una delle ragioni per cui gli studenti si demotivano è il tempo speso sui libri per un lungo periodo. Il metodo OCME insegna a essere obiettivi. Moriello e Acconcia dichiarano che non sia importante “studiare il libro”, ma conoscere le domande dell’esame e studiare a partire da quelle, esercitandosi a esporre in modo da trasmettere sicurezza. Questo è il loro punto di forza

Metodo Ocme prima parte | Nicoletta Todesco

Opinioni metodo OCME: vantaggi 

Come in un qualsiasi ambito, vi è una notevole differenza tra il fare le cose “a sentimento” e l’avere metodo. Avere un metodo significa conoscere bene quella specifica attività in tutte le sue fasi e trovare delle strategie per ottimizzarne i tempi, le energie e le risorse da impiegare per portarla a termine. Gli ideatori del metodo OCME, due studenti universitari, hanno fatto proprio questo. 

Immaginate uno studente qualsiasi davanti alla cattedra d’esame che si è preparato al fatidico giorno leggendo e ripetendo per mesi. Stanco, stressato, nauseato dagli argomenti visti, rivisti e ripetuti fino allo sfinimento, e nonostante un tale sforzo sembrano ancora sfuggire alla memoria. Moriello e Acconcia, a partire da questo spaccato di vita universitaria, hanno pensato a una strategia che risolvesse queste problematiche. 

Infatti, il metodo OCME insegna a organizzare bene il tempo, senza dilatarlo inutilmente, dedicando solo i giorni strettamente necessari alla preparazione dell’esame. Forniscono una solida e antichissima tecnica di memoria per trattenere le informazioni nel tempo. Infine, studiando a partire dalle domande d’esame, rende molto più obiettivi e aumenta esponenzialmente le possibilità di dare una prestazione eccellente. 

metodo di studio

Opinioni metodo OCME: svantaggi

Sicuramente gli inventori del metodo OCME hanno trovato un possibile modo per rendere lo studio più efficace, ma le domande e i dubbi che sorgono spontanei sono molti. Una prima perplessità sorge nel momento in cui Moriello e Acconcia screditano la lettura veloce, ritenendola inutile o inefficace, dopo aver affermato di poter studiare 200 pagine al giorno con il loro metodo. 

Tuttavia, i dati parlano e riportano che gli italiani leggono tra le 150 e le 200 parole al minuto (PAM), senza contare quella porzione consistente di studenti affetti da disturbi dell’apprendimento, i cui tempi di lettura aumentano esponenzialmente. Generalmente una pagina di un libro contiene circa 300 parole, ipotizzando di leggere a 200 PAM, ogni minuto e mezzo si leggerebbe una pagina. Per leggerne 200 sarebbero necessari 300 minuti, ovvero 5 ore. Inoltre, è dimostrato che non è possibile comprendere bene con una sola lettura. Scopri il corso di Lettura Veloce

Un secondo dubbio sorge dalla scelta degli schemi a cascata. È scientificamente provato che l’apprendimento funziona associando una nuova informazione a qualcosa che già si conosce, costituendo una sorta di fitta rete. Questo perché il cervello è così strutturalmente costituito. Le mappe mentali agevolano il processo di apprendimento perché assecondano il modo naturale di ragionare del cervello. Gli schemi a cascata no. 

Infine, l’ultima perplessità deriva proprio dal modo in cui preparare gli esami e acquisire nuove conoscenze. L’università ha il compito di preparare gli studenti alle carriere future, ed è il momento in cui bisogna dedicarsi alla costruzione del proprio sapere nell’ambito della facoltà scelta. Studiando per gli esami sulla base delle domande del professore, si rischia di essere superficiali, minando la preparazione personale. 

Solo perché un argomento non viene chiesto frequentemente, non è detto che non sia importante o che non lo si debba conoscere. Infine, questo metodo da l’idea che il tempo sia risparmiato, non perché ci sia un’ottimizzazione delle abilità di apprendimento, bensì perché il tutto si basa su un lavoro del tipo “cosa posso NON studiare”. Difatti, il fine principale sembra essere prepararsi alla singola prestazione. 

In questo sono stati bravissimi, ma immaginare che un possibile medico o un futuro ingegnere si preparino al mondo del lavoro in questo modo, lascia molto da pensare… 

Conclusioni sul metodo OCME

Sicuramente con le giuste strategie è possibile velocizzare nettamente i tempi di apprendimento, migliorando anche la qualità della memorizzazione, poiché quanto studiato viene ricordato anche dopo molto tempo. Bisogna però avere ben presente qual è l’obiettivo a monte e quale tecnica si adatta meglio al proprio modo di imparare. 

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