Per capire cos’è la memoria è necessario comprendere un vero e proprio universo di significati e, quindi, porsi una moltitudine di domande. Coloro che l’hanno studiata ci hanno fatto dono di un’informazione importantissima: ne esistono diversi tipi e una definizione univoca potrebbe non rendere giustizia alla magia che questo concetto racchiude.
Definizione di memoria: cos’è
Se volessimo tentarne una definizione, comune a tutte le scienze che si sono dedicate al suo studio, potremmo dire che la memoria è l’attitudine dell’essere umano a conservare e rielaborare stimoli e informazioni che provengono dall’ambiente circostante.
Quello che ci accade, che vediamo, sperimentiamo e studiamo viene codificato, conservato e poi rielaborato grazie alla nostra capacità mnemonica; siamo di fronte ad una funzione complessa del nostro cervello che non può essere ricondotta al mero atto del ricordare, inteso come riproduzione, di fatti, eventi, nozioni e date.
La memorizzazione consente, infatti, sia di conservare informazioni e di recuperarle quando servono, ma anche di rielaborarle, contestualizzarle, sottoporle a vaglio critico al fine di compiere scelte che siano via via più funzionali alla nostra crescita e alla nostra evoluzione.
“Memoria” nel vocabolario Treccani
Cos’è la memorizzazione e come funziona
Questa nobile attività è svolta dal nostro cervello. Le parti cerebrali coinvolte sono l’ippocampo, l’amigdala, la corteccia cerebrale e i lobi frontali. La memorizzazione si realizza attraverso un procedimento che si snoda in tre momenti differenti:
- primo momento della memorizzazione | acquisizione e archiviazione dell’informazione;
- secondo momento della memorizzazione: il consolidamento, attraverso il quale si crea il ricordo e lo si acquisisce stabilmente;
- terzo momento della memorizzazione: il recupero dell’informazione.
Le tre fasi non devono necessariamente avvenire in sequenza temporale: posso acquisire oggi un dato che recupererò tra parecchi anni o che non avrò mai la necessità di recuperare. Ciò che si vuole evidenziare è che una volta entrati in contatto con un’informazione, questa inizia un viaggio nel nostro cervello e ivi si posiziona in attesa di essere utilizzata.
Di questo articolato procedimento solo la fase del recupero è quella che, comunemente, viene identificata con la capacità di ricordare. L’avere una buona memoria viene associata, infatti, al riuscire a recuperare con facilità e senza sforzo le informazioni nel momento esatto in cui ci servono, a discapito delle due fasi precedenti, ovvero l’acquisizione e alla creazione del ricordo.
Memoria a breve termine, ovvero la MBT
Tutte le informazioni infatti sollecitano il nostro cervello, che in modo automatico e involontario le accoglie collocandole nella memoria a breve termine, detta anche primaria. La MBT custodisce un numero limitato di dati per un tempo limitato, le informazioni infatti devono essere lavorate dal nostro cervello, ripetendo e/o creando collegamenti e associazioni, e questo determinerà il passaggio alla memoria a lungo termine. In mancanza di questo processo di rielaborazione l’informazione dopo meno di un minuto andrà perduta.
Per ricordare è quindi necessario che le informazioni passino dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. Quest’ultima è il vero custode del nostro vissuto, ha infatti una capacità di archiviazione pressoché illimitata per un tempo anche infinito. Dunque se le informazioni ci colpiscono e vengono lavorate dal cervello perché capita di non ricordare?
Memoria a lungo termine: organizzare con metodo
Non ricordiamo perché ci manca un metodo, ci manca una procedura di codifica consapevole e cosciente delle informazioni. Se, a casa conservassimo le forchette ogni giorno in cassetto diverso di una stanza diversa, prima o poi, magari durante l’organizzazione di una cena importante, sotto stress e sommersi dalle cose da fare, ci ritroveremo a chiederci “Dove sono le forchette? Non ricordo dove le ho messe!”.
Lo stesso atteggiamento lo abbiamo quando riponiamo la spesa nelle buste al supermercato: apriamo le buste e buttiamo tutto dentro finché c’è spazio poi, a casa, pensiamo di mettere subito le cose in frigorifero ma avendole riposte in ordine sparso ci tocca aprire tutte le buste.
Nell’apprendere e memorizzare facciamo la stessa cosa, procediamo senza ordine e senza consapevolezza, a ciò si aggiunge il fatto che nel memorizzare non rispettiamo la struttura del nostro cervello. Siamo infatti abituati ad apprendere secondo un procedimento a cascata, invece il nostro cervello e i nostri neuroni formano una ragnatela che da un nucleo centrale crea infinite diramazioni e collegamenti.
Memoria e metodo di studio
Se vogliamo memorizzare bene e a lungo qualcosa, quindi, è fondamentale acquisire un metodo di studio ordinato e codificato nonché un linguaggio che sia familiare al nostro cervello. Il nostro cervello, infatti, assimila associando quello che non conosce a qualcosa che già conosce e l’alfabeto che meglio si presta a costruire queste associazioni è quello delle immagini. L’immagine infatti impegna un’area del cervello particolarmente vasta e ricca di connessioni tra neuroni, rielaborare un concetto attraverso il linguaggio delle immagini ci consente di usare ben l’80% del nostro cervello contro il 18 – 20% che usiamo quando cominciamo a leggere e ripetere il testo che dobbiamo studiare.
Il nostro cervello ha le potenzialità di una Ferrari ma siamo abituati ad usarlo come una bicicletta e quando ci dicono che è possibile correre più velocemente, senza aumentare lo sforzo, stentiamo a crederci. Per questo ci facciamo avvolgere dallo scetticismo perdendo opportunità in ogni campo della nostra vita.
In conclusione la memoria è spesso definita come un grande magazzino che conserva le informazioni, ma a pensarci bene questa definizione è fortemente riduttiva e richiama un’immagine statica, polverosa e soffocante di quello che accade nel nostro cervello. La verità è tutt’altra. Quando leggiamo, le informazioni si comportano come l’innesto dei fuochi d’artificio che rallegrano le feste di paese.
L’informazione crea un’esplosione colorata nel nostro cervello solo se ci lasciamo coinvolgere la capacità mnemonica lavorerà al meglio e, con meno sforzo, avremo arricchito e consolidato il nostro sapere, modellato e plasmato il nostro carattere e solo così realizzeremo i nostri sogni.